Sensore di temperatura:
quando, senza troppi tecnicismi, si parla di compact disc che si sono “smagnetizzati” non sempre possiamo attribuirne le colpe al produttore del glass master, che, di norma, segue rigide condotte per una preparazione ottimale della ‘madre’.
In quanto dispositivi leggibili mediante laser i compact disc vengono definiti dischi e ottici, composti da un disco di policarbonato trasparente con una struttura secondo la quale i dati vengono ordinati lungo un’unica traccia a forma di spirale. Ma è la replicazione industriale dei dischi ottici la parte più delicata del processo produttivo: il danneggiamento del prodotto finito non è necessariamente legato alla produzione del glass master, procedura mediante la quale si ottengono delle copie CD o DVD identiche al master fornito dal cliente. Questo master viene innanzitutto sottoposto a rigorosi controlli di qualità e, nel caso non risponda ai parametri imposti dagli standard di riferimento o presenti errori non sanabili, ne viene richiesta una nuova copia.
Se il master risponde ad ogni requisito, si passa alla realizzazione del glass master, un disco ‘madre’ in vetro dal quale sarà possibile ottenere, mediante galvanizzazione, un disco ‘padre’ di nichel, pronto per essere utilizzato nella pressa per la stampa di circa 20.000 dischi.
La sintesi del processo di produzione del glass master richiede, quindi, camere bianche estremamente sensibili, simili a quelle richieste dall’industria elettronica, dove i requisiti di processo e di purezza ambientale sono particolarmente rigidi. Ed è la sinergia dei sensori e degli impianti sottoposti a monitoraggio che rendono importante l’utilizzo di un sensore di temperatura e di pressione.
Magiant propone entrambe le soluzioni: per il monitoraggio della sola temperatura Serverflu assolve egregiamente il proprio compito monitorando la temperatura, mentre Umiflu opera sia come sensore di temperatura che come igrometro. Entrambi garantiscono la costanza del monitoraggio, fondamentale sia per aziende che lavorano su turni diurni che per quelle che optano per il ciclo continuo, oltre ad essere agilmente parametrizzabili così da inviare alert nel caso di variazione di temperatura e umidità che possono danneggiare la purezza della camera bianca anche in quei momenti in cui il PC cui sono collegati mediante USB non sia presidiato. Naturalmente si parla di ambienti in cui devono coesistere svariati tipi di misuratori, ma non è difficile comprendere come in una camera bianca destinata alla produzione di glass master ogni minimo mutamento del microclima possa recare danni: monitorando l’ambiente con il sensore di temperatura Serveflu o con il termoigrometro Umiflu è possibile intervenire in tempi ristretti in caso di malfunzionamento di filtri e macchinari per la depurazione dell’aria da microparticelle dannose, poiché, rilevando in tempo reale il mutamento ambientale, permettono di interrompere il processo – attualmente ancora piuttosto costoso – e ripristinare le condizioni ottimali. Un’instabilità nel microclima della camera bianca, infatti, apre le porte a molti agenti contaminanti.
Partendo da Umiflu e settando al meglio i parametri è possibile, se non prevenire, ridurre tali rischi in modo considerevole.
M.F. Pria
Nel panorama della tecnologia presente in camera bianca, un termoigrometro non può che rivelarsi un ulteriore… http://t.co/lojT95F1Rm
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